martedì 3 gennaio 2017

Piccoli inconvenienti del vivere di Grace Paley


"Grace Paley, di origini ebreo-ucraine, attivissima politicamente nella lotta per i diritti civili, ha scritto 'solo' una cinquantina di racconti, che l'hanno fatta amare da lettori comuni e da grandi scrittori. Perché ha scritto così poco? le hanno chiesto; lei ha risposto: 'l'arte richiede tempo e la vita è troppo breve; c'è tanto altro da fare oltre a scrivere'.
Ricordo che lessi questa sua dichiarazione tanti anni fa e rimasi colpita da risposta onesta e 'banale' che evidenzia però a quanto si deve rinunciare per dedicarsi davvero alla creazione; la stessa schiettezza si ritrova nelle donne dei suoi racconti, donne sempre alle prese con problemi di figli da crescere e da gestire, con uomini affascinanti ma spesso inaffidabili, con problemi economici e faccende quotidiane. Donne 'pragmatiche' e allo stesso tempo appassionate, dentro ai dettagli della vita, attente e allegre, mai vittime, neppure nelle situazioni più difficili.
'Piccoli contrattempi del vivere': è un uomo a definire così la disastrosa situazione di una giovane donna che il marito ha lasciata con tre figli piccoli, senza alcuna entrata economica; piccoli contrattempi, dice lui, uomo timorato di Dio con moglie e figli che diventa il suo amante. Una sottile ironia, tipica di una scrittura veloce e intelligente, tutta dialoghi e situazioni ordinarie, che ci regala fotografie di amori e matrimoni, di adulteri e divorzi, di figli piccoli che consolano e di figli grandi che deludono, di brevi momenti erotici e di eterni problemi quotidiani, con un vitalità che impedisce ogni vittimismo.
Il suo stile ritmato, che ha destato l'ammirazione dei più grandi scrittori contemporanei, pare sia notevole soprattutto per la capacità di rendere i dialoghi delle comunità newyorkesi di ceto medio basso e di origini russo-ebraiche, cosa che ovviamente in traduzione non possiamo apprezzare.
Mi viene in mente un titolo di Natalia Ginzburg, Ti ho sposato per allegria: lo troverei adatto alle donne di Grace Paley.
Chiudo con una sua poesia, sulle torte e la scrittura.


Stavo per scrivere una poesia
e poi invece ho fatto una torta mi ci è voluto
quasi lo stesso tempo
ovviamente la torta era una stesura
finale invece una poesia avrebbe richiesto un po’ più
di distacco prima di essere ultimata giorni, settimane e
molta carta appallottolata nel cestino

la torta ha subito trovato un suo pubblico
che si precipita tra macchinine
e camion di pompieri sul
pavimento della cucina

piacerà a tutti questa torta
fatta di mele, mirtilli
e albicocche secche molti amici
diranno perché ne hai fatta
solo una
non succede lo stesso con le poesie.”





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