lunedì 3 dicembre 2012

L'uccello che girava le viti del mondo

Prima di tutto il titolo, un gran bel titolo. L'uccello che girava le viti del mondo, immagine ricorrente nel romanzo, è soprattutto un suono, un verso, un'atmosfera: l'idea di qualcosa, qualcuno, che abbia il compito di stringere le viti del mondo, di fare in modo che le cose stiano in piedi, o stiano assieme. Compare a tratti, l'uccello misterioso e nessuno capisce che senso abbia il suo canto, se apra nuove dimensioni o se segnali pericoli imminenti. Potrebbe essere un avvertimento, il tipico avvertimento murakamiano: ricordatevi che al mondo esiste il Male. Lo ricorda anche una delle giovani protagoniste del romanzo, l'adolescente May Kasahra: io sono giovane e pessimista, ma se un adulto non lo è allora è proprio stupido. La violenza permea il romanzo dall'inizio alla fine, a partire dalla telefonata dell'anonima donna che costringe Toru Okada ad ascoltare al telefono le sue fantasie sessuali, con un'intromissione nella tranquilla vita del protagonista che ne forza le riflessioni, portandolo a ricordare l'esistenza di pulsioni profonde e dai percorsi misteriosi. Toru Okada, il cui nome significa "collina e campo", è molto lontano da riflessioni simili; serenamente sposato con Kumiko, sta attraversando un periodo di crisi sul piano lavorativo e passa le sue giornate lontano dal mondo, leggendo, cucinando, stirando camicie. Come si scoprirà in seguito, è talmente distratto da non rendersi conto che la moglie sta attraversando un periodo difficile, che la porterà a scomparire.Come altri personaggi di Murakami, il protagonista all'inizio del romanzo è in una situazione di mancanza di contatto con la realtà:
 ... se ci penso, mi sembra di non aver mai scelto niente. A volte di notte mi sveglio all'improvviso con questo pensiero, e vengo preso dal panico. Esiste qualcosa di concreto che corrisponde a questa parola, io? Se c'è, perché non la trovo da nessuna parte? Mi sembra di non aver mai fatto che recitare, uno dopo l'altro, tutti i ruoli che mi venivano offerti. Di non aver fatto mai una scelta personale, nemmeno una volta.Queste parole, del protagonista di Dance dance dance, potrebbero essere pronunciate da Toru Okada. Il percorso che affronterà il giovane, sarà ovviamente un percorso di crescita, di aumento della consapevolezza, di contatto con la realtà e con le scelte e le decisioni che comporta. Questo è uno dei motivi per cui i romanzi di Murakami affascinano tanto: raccontano di qualcuno che cresce, che aumenta la propria consapevolezza.La violenza, la presa di coscienza della presenza nel mondo del male, è una delle tappe fondamentali di questa crescita. In questo senso l'incontro di Toru Okada con il tenente Mamiya, è centrale nello sviluppo della vicenda. La storia del tenente Mamiya è una storia di guerra, crudele e scioccante; un uomo viene spellato lentamente, un altro viene abbandonato in fondo a un pozzo senza acqua e cibo, destinato a una morte lenta e straziante.In modo parallelo e contemporaneamente opposto, anche Toru Okada si troverà ad affrontare la stessa sorte del tenente Mamiya: sarà lui stesso a scegliere di calarsi in un pozzo, nelle tenebre, per cercare in quelle tenebre, un po' di luce che lo aiuti a vedere meglio il mondo lassù.