lunedì 2 gennaio 2017

La scrittrice abita qui di Sandra Petrignani

L'idea di raccontare le scrittrici a partire dalle case che abitarono, racconta Sandra Petrignani, è nata in lei nell'osservare come Monk House, dove Virginia Woolf visse con il marito Leonard, fosse per tanti aspetti opposta a Charleston Farm, la casa della sorella Vanessa; e di quanto entrambe rispecchiassero la natura delle due donne ed il loro abitare il mondo e la famiglia. Quello dedicato a Virginia è l'ultimo capitolo di La scrittrice abita qui: interessante come tutti gli altri ma con quel qualcosa in più che circonda ogni discorso intorno alla meravigliosa scrittrice di Gita al faro; la sua genialità, la sua grandezza, la sua mente così brillante ce la fanno ammirare ed amare, tanto di più conoscendo la sofferenza che ha dovuto attraversare e combattere. Ed è bello ascoltare la voce della Petrignani che ci racconta dell'austerità della casa e allo stesso tempo del legame tra Virginia e Leonard, così lontano dalla passione ma così necessario per lei, perché qualcuno le fosse accanto ad arginare la disperazione ed il caos, permettendole di rinchiudersi nella stanza tutta per sé e scrivere, scrivere, scrivere. Tutte le donne di questo libro scrivono, a dispetto di qualsiasi amore travagliato, malanni e malattie, successi o indifferenza. Spesso sono sole, si innamorano di uomini che non le amano o le usano, oppure sposano uomini che non amano ma che permettono loro di vivere come vogliono e la riconoscenza si trasforma in affetto, in amore profondo. Grazia Deledda nella sua casa borghese, lontana dalle fate e dalle magie della Barbagia, al sicuro nella cornice di un matrimonio che le permette di scrivere ed essere rispettata; Colette, sola nella sua stanza rossa, circondata di boules di vetro e di gatti, bloccata dai reumatismi dopo una vita di molti uomini, molte esperienze, molta scrittura; Karen Blixen, forzatamente tornata a vivere in Danimarca dopo la lunga parentesi africana, nella sua casa piena di ricordi, tra collezioni di armi e fotografie di Denys Finch Hatton; Marguerite Yourcenar, cittadina del mondo, a Petite Plaisance, dove visse a lungo con Grace Frick e dove seguì la malattia della compagna; Alexandra David-Néel, viaggiatrice indomita, nel suo villaggio che accoglie i visitatori con bandiere colorate come le preghiere tibetane. Donne forti, non facili, spigolose, seducenti, feroci, pungenti, snob, determinate. Donne che scrivono, spesso in modo meraviglioso, dentro le loro case, dentro le loro famiglie mai 'normali', dentro le loro menti così brillanti, acute e lucide. Sandra Petrignani compie un pellegrinaggio alla ricerca delle loro tracce e delle loro impronte nelle case che hanno abitato: la dea Hestia, per i greci, era la dea della casa e del focale ed il suo opposto era Ermes, il dio viaggiatore. Entrambi vivono in questo libro è nelle donne e uomini che lo abitano.

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