giovedì 19 novembre 2015

I due hotel Francfort di David Leavitt




Me lo sono proprio gustato questo romanzo di David Leavitt, del quale non leggevo niente dai tempi dei suoi primi libri. Ha una scrittura che scivola via oliata alla perfezione, senza essere mai banale. Interessante l'ambientazione, la Lisbona degli anni '40, punto di ritrovo di chi fuggiva da un'Europa sull'orlo del baratro: non tutti trovavo posto sulle navi dirette in America e nel balletto di visti, passaporti, documenti e quote di immigrazione si intravede il dramma di tanti.
Non è il caso delle due coppie protagoniste dell'intreccio, benestanti e soprattutto americani (anche se una di loro nasconde ascendenze ebraiche).
Il romanzo si apre con un piccolo incidente: gli occhiali di Peter cadono, Edward li pesta rompendoli, le due coppie si conoscono: Julia e Iris lasciano i due uomini ad occuparsi degli occhiali e iniziano un'amicizia che è ambigua dal primo momento. Peter, quasi cieco, si lascia condurre da Edward verso l'hotel, a recuperare altre lenti. In questo primo incontro la situazione si definisce: Peter non vede e si fa condurre, Julia di malavoglia si lascia trascinare via da Iris. Romanzo che gioca sul doppio, sulla coppia, sui segreti, sulla rimozione e sulle regole per scrivere un best-seller, ha dalla sua la forza di alcune scene bellissime. Un bagno notturno, una lunga scalinata, due uomini su una panchina di fronte a un pavone.
(cfr. Il buon soldato, Ford Maddox Ford)