Botte
da re. La
promessa arrivava da Flo. Adesso te le prendi, e saranno botte da re.
Indugiando
sulla lingua di Flo, l’espressione si caricava di decorative
gualdrappe. Rose aveva un bisogno di immaginare le cose, di pedinare
assurdità, che superava anche quello di tenersi lontano dai guai,
perciò, invece di prendere la minaccia sul serio, si perdeva a
rimuginare: ma come saranno le botte da re? Si inventò un viale
alberato, una folla di spettatori eleganti, dei cavalli bianchi,
degli schiavi neri. Qualcuno si inginocchiava e il sangue schizzava
copioso come stendardi al vento. Una cerimonia selvaggia e stupenda.
Nella vita vera neanche si avvicinavano a tanto splendore; c’era
giusto Flo che tentava di conferire all’evento un’aria di
rincresciuta ineluttabilità. Rose e suo padre invece varcavano
subito la soglia del presentabile.
Un
incipit perfetto per una raccolta di racconti (legati tra loro a
formare la storia di una vita) che trova un perfetto equilibrio tra
scorrevolezza, ricercatezza lessicale, attenzione al dettaglio,
aperture metaforiche, vita individuale e storia collettiva. Rose è
una ragazzina dell'Ontario cresciuta dal padre e dalla matrigna Flo,
nella campagna canadese ai tempi della grande Depressione. Un
ambiente molto povero, materialmente e culturalmente, dal quale ben
presto Rose vuole fuggire, alla ricerca di un mondo più vicino a lei
per sensibilità. Riesce ad allontanarsi dal paese grazie allo studio
e ad un marito; il matrimonio le conferisce uno status di donna
indipendente e benestante, molto prima di quanto avrebbe mai fatto lo
studio. Non è un matrimonio felice ma grazie ad esso Rose diventa
madre, lavora, conosce ambienti culturalmente più stimolanti: gli
anni settanta si avvicinano e il desiderio accende le vite dei
giovani di tutto il mondo occidentale. Ogni passo di Rose la porta
sempre più lontano dal “topos” in cui è cresciuta; trasformare
un'adolescenza povera in materiale per aneddoti divertenti è il suo
modo per rimarcare il distacco dal passato ma anche per segnare una
distanza rispetto ai nuovi amici, che sono intellettuali e benestanti
dalla nascita. Rose si diverte a scandalizzare gli anticonformisti
riuniti alle feste raccontando di latrine inaffrontabili e di
violenze incestuose, di botte da re e furti di caramelle: non ero
infelice, risponde di fronte ai volti che passano dal riso alla
commiserazione.
“Imparare
a sopravvivere, non importa a costo di quante precauzioni e
vigliaccherie, di quali paure e brutti presentimenti, non è la
stessa cosa che essere infelici. E' troppo interessante”.
Il
matrimonio non funziona, come era chiaro fin dall'inizio, fin dal
loro primo incontro nel quale il giovane Patrik si innamora di lei
immaginandola come la “fanciulla in ambasce” che ogni valoroso
cavaliere ha il dovere di proteggere. Ma Rose è una ragazza in
difficoltà intelligente, piena di vita e di desiderio e il suo
bisogno di “pedinare assurdità” supera sempre “quello di
tenersi lontano dai guai”.
“Rose
si guardava allo specchio e pensava: moglie, fidanzata. Che belle
parole dolci. Come potevano adattarsi a lei? Era tutto un miracolo;
tutto uno sbaglio. Era quello che aveva sognato; non era quello che
aveva desiderato”
Il
percorso dei racconti si chiude con il ritorno a casa, per occuparsi
dell'ormai anziana Flo che deve essere portata in una casa di riposo.
E' un ritorno che chiarisce, dopo tanto tempo, che per quanto Rose
sia andata lontano (è divorziata, lavora come attrice per il teatro
e la tv, vive sola ma ha avuto diversi amanti) il suo “nocciolo di
onestà” è ancora lì, nell'impossibilità di tradurre in parole
la sensazione che prova nello stare vicina ad un vecchio compagno di
classe. “Che cosa poteva dire di Sé e di Ralph Gillespie, se non
che sentiva vicina la vita di lui, più vicina di quella di uomini
che aveva amato, una tacca sopra la propria?”
Alice
Munro, attraverso i flussi e riflussi della marea dei ricordi,
ripercorre la storia di una donna di bassa estrazione sociale: non
sarebbe stata la stessa storia, se fosse stata la storia di un uomo o
di una donna più ricca. Generi e classi sociali esistono e la Munro
sa mostrarci tutto, questo e tutto il resto che ci accomuna.