lunedì 2 gennaio 2017

La tregua di Mario Benedetti

"L'esperienza è il vigore sono coetanei per pochissimo tempo. Io mi trovo adesso in questo pochissimo tempo. No, non è una sorte invidiabile."

Cinquant'anni, una vita segnata dalla perdita della moglie in giovane età, tre figli ormai grandi con i quali i rapporti non sono facili; un lavoro noioso, che lascia spazio alle fantasie nei momenti di routine. Una esistenza tranquilla e un po' spenta di un uomo che si definisce mediocre, ma che ha uno sguardo malinconico e ironico sul mondo ben lontano dalla banalità. All'improvviso, arriva l'amore: è troppo giovane, è troppo tardi, non va bene. Ma è felicità: nella linea d'ombra dei cinquanta, quando le forze e i desideri ci sono ancora e si acutizzano nel sapere che tutto scivola via, che è un attimo, che esiste un'attimo di felicità, di beatitudine e che quello è il momento di goderne appieno. L'amore, l'amore, la verità vi prego sull'amore: il tema per eccellenza della letteratura,  a partire (per rimanere nella nostra tradizione) dall'amore di Paride per Elena, dal saluto di Ettore e Andromaca, da dolce-amaro di Saffo al canarino di Catullo fino al  Benedetto sia il giorno e il mese e l'anno di Petrarca. L'amore come passione, l'amore che dà pienezza alla vita è raccontato da Benedetti con una semplicità e un'emozione che incantano. Leggerlo vicino ai cinquant'anni permette di capire fino in fondo la paura e la gioia che fanno tremare Santomé, la sensazione che il tempo sia poco, che quel che rimane sia misurabile e non tenda più all'infinito. No, non è una condizione invidiabile; ma in fondo sì, lo è, perché mai siamo stati così consapevoli, mai abbiamo saputo prima con tanta certezza che ogni giorno è un regalo, ogni bellezza un miracolo. Ed un amore, poi, un amore ...  una fortuna sfacciata, trovarlo; e allora bisogna averne cura, con pazienza ma con la fretta del tempo che incalza.

Naturalmente questo è un romanzo, ha un inizio, uno sviluppo e bisogna poi trovare una fine; su questa non dico niente, perché non si fa. Come non dico niente sull'uomo maturo e la giovane donna, sul clichè da immaginario maschile: non importa, Benedetti incanta e va bene anche così. Un appunto solo, non al romanziere ma al suo personaggio: signor Santomé, l'amore è un bel regalo, ma nella vita c'è tanto altro e tante altre forme, dello stesso amore. Su, signor Santomé, non faccia così.

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