giovedì 12 gennaio 2017

Guasto. Notizie di un giorno di Christa Wolf


In attesa di leggere 'L'ultimo amore di Baba Dunja di Alina Bronsky(editore Keller), uno dei cinque titoli scelti da Modus Legendi per il secondo anno della loro iniziativa ( obiettivo mandare in classifica un libro della piccola editoria,l'anno scorso fu la volta di Annie Ernaux)  ho recuperato 'Guasto. Notizie di un giorno' di Christa Wolf, pubblicato nel 1987 (in Italia per la e/o).
La scrittrice tedesca, che diede il suo contributo politico nella DDR, famosa per i testi dedicati a Cassandra e Medea, qui racconta la giornata in cui l'autrice, sola nella sua casa di campagna del Mecleburgo, apprende dalla radio quel che è accaduto a Černobyl' e contemporaneamente attende notizie riguardo la delicatissima operazione al cervello al quale è in quelle ore sottoposto il fratello. Nel frattempo si occupa delle attività quotidiane, strappare erbacce, cuocere un uovo, guardare la tv, quelli che lei stessa definisce 'piaceri durevoli', 'l'impalcatura che sostiene la vita anche durante i tempi morti'.
Quella che potrebbe apparire una semplice cronaca si svela ben presto essere un testo costruito con grande sapienza; l'intervento sul cervello del fratello diventa il tramite attraverso in quale l'autrice può riflettere sulla mente dell'essere umano, sulla funzione del linguaggio e sullo sviluppo dell'intelligenza: l'incidente nucleare la pone di fronte alla possibile distruzione dell'umanità e dell'ambiente 'naturale' per mano della scienza, ossia del punto più alto raggiunto dall'intelletto nel suo desiderio di comprendere il mondo.
Ma comprendere il mondo sembra sia sempre inscindibile dalla volontà o possibilità di distruggere quello che era considerato non divisibile, a-tomos: Černobyl' diventa il nome di un momento, più che di un luogo, nel quale qualcosa nel rapporto tra l' essere umano e il pianeta che lo ospita sembra essere cambiato per sempre: come si potrà, si chiede l'autrice, usare di nuovo le parole 'scoppio' o 'nuvola' senza associarle automaticamente a quel preciso scoppio, a quella temibile nuvola?
Nel frattempo, nel corso della giornata, la protagonista vede alcune persone, con altre parla al telefono, di qualcuno legge una lettera: attraverso di loro viene tracciato un sottotesto 'storico' che evoca la violenza della guerra, delle migrazioni forzate, dello spaesamento: la memoria si mescola ai pensieri sul presente ed il corpo di una bambina seppellita in cortile dopo un'epidemia di tifo si sovrappone a quella 'sorellina' del gioco che l'autrice amava da bambina, una rappresentazione in cui al fratello spettava il ruolo del lupo che sbrana e a lei quella della preveggente e saggia Cassandra che avverte del pericolo.
In chiusura però, lo stesso lavoro di 'scrittura', come forma alternativa del conoscere che ha perseguito la parte femminile della coppia fratello/sorella viene sospettata e rigettata come generata dalla stessa volontà di sezionare, dividere, uccidere tipica della conoscenza 'scientifica' attribuita qui al fratello.
Nel finale, la protagonista si ritrova finalmente sotto alle coperte, nel momento in cui si concede una lettura: e sarà 'Cuore di tenebra' di Conrad ad incantarla, e a recuperare in lei la potenza della parola: ' E anche questo è stato uno dei luoghi tenebrosi della terra. Questo anche. E anche questo'...'Con un'attesa carica di tensione ho continuato a leggere, e dopo poche frasi ho capito: sì, questo Marlowe sa'.

Un testo 'datato', per quanto possiamo sentire lontana la diffidenza per la 'scienza', a tratti più vicino a un saggio che a una struttura narrativa,che riesce però a mantenersi in equilibrio sul filo della riflessione e del racconto. Una grande scrittrice, sempre.

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