lunedì 2 gennaio 2017

Il Regno di Emmanuel Carrère

Una ricostruzione accurata della genesi del Vangelo di Luca, a partire dalla figura controversa di Paolo e della sua instancabile opera di conversione in Asia Minore, in contrasto con i depositari 'legittimi' dell'eredità di Gesù, rimasti a Gerusalemme a cavarmela tra l'avversione degli altri ebrei e dei romani. Un percorso che racconta come una romanzo, immaginando quello che non si può conoscere (dichiarandolo apertamente) per andare alla ricerca delle parole e delle azioni del personaggio più famoso della storia occidentale: uno che sarebbe risorto, addirittura, e comparso dopo la morte. Ma è anche un viaggio per capire che cosa significhi credere, come possano persone 'per il resto del tempo non pazze' avere la convinzione di mangiare il corpo e bere il sangue di un uomo-dio morto e risorto più di duemila anni fa. E poi, naturalmente, si tratta di Carrère che si confessa, come fa sempre: ha un egocentrismo marcato, un interesse spiccato per sé stesso, desidera la fama, vuole essere un grande scrittore. Ma è stato anche uno che ha sofferto e che ha faticato molto a trovare, finalmente, anni di serenità e di riconciliazione. In un momento particolarmente buio della sua vita si è avvicinato al cristianesimo e si è convinto di essersi convertito (il che equivale, o no, all'esserlo davvero?: e qui racconta per la prima volta il suo percorso cattolico, di cui non ha parlato quasi mai; da tempo è rinsavito, o ha perduto la grazia, e quella parentesi lo imbarazza come questione privatissima. Ma ormai lo sa, che mettere a nudo se stesso è una vocazione alla quale non può sottrarsi. E quindi intreccia, con grande intelligenza e passione, la sua storia con quella di Luca, di Paolo, di Gesù, di Pietro, Giacomo e tutti gli altri; il suo nuovo avvicinamento alla religione non è più quello di un uomo sofferente e confuso, ma la ricerca di uno scrittore rasserenato che continua però a giare intorno alle parole dei vangeli e dei testi spirituali. Porta con sè i demoni di Limonov e de il protagonista de L'avversario, i discorsi di Philip K.Dick, i discorsi della psicanalista, i quadri di Caravaggio e i film americani, perfino i filmini porno di cui è appassionato. Porta tutto se stesso, nel viaggio.

' Il libro che termino ora l'ho scritto in buonafede, ma cerca di avvicinarsi a qualcosa di tanto più grande di me da far sembrare questa buonafede ben poca cosa, lo so. L'ho scritto portandomi dietro il peso di ciò che sono: un uomo intelligente, ricco, con una posizione: altrettanti handicap, per chi vuole entrare nel Regno. Comunque ci ho provato. E nel momento di lasciarlo mi chiedo se questo libro tradisca il giovane che sono stato, è il Signore in cui quel giovane ha creduto, o se invece vi sia rimasto, a suo modo, fedele.

Non lo so. '

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