lunedì 31 luglio 2017

Nel guscio di Ian McEwan

'Oddio, potrei anche essere confinato in un guscio di noce e sentirmi il re di uno spazio infinito - se non fosse la compagnia di brutti sogni' dichiara Amleto, tormentato dai fantasmi della violenza domestica dei quali deve farsi vendicatore. Ian McEwan, sollecitato dall'immagine del guscio, dà voce ad un essere ancora letteralmente 'in utero', un essere vivente non ancora gettato nel caos del mondo. Al riparo nel ventre materno, a testa in giù, pieno di nostalgia per il 'sacco opalescente nel quale fluttuava immerso nella bolla sognante dei propri pensieri' il giovanissimo essere pensante non può più rimanere isolato: costretto a tenerel'orecchio premuto giorno e notte contro le pareti del grembo, ascolta, riflette, impara. Il piccolo Amleto, parodia del tragico principe di Danimarca, si trova alle prese con una situazione simile, seppur capovolta di segno: la madre è l'amante dello zio e progettano una vita insieme, perfino l' omicidio del legittimo padre ed ex-marito. La tragedia si tinge di farsa e il celeberrimo 'to be or not to be' si incarna in domande meno metafisiche: nascere ed essere adottato, privandosi quindi degli agi di una ricchezza e cultura borghesi? Vivere senza il padre, per sempre legato ad una madre amata e odiata? Non nascere affatto, evitando il rischio e facendo violenza a se stesso per punire i malvagi? Queste le domande che non lasciano tranquillo il nascituro.

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