lunedì 31 luglio 2017

Del dirsi addio di Marcello Fois

“Non tutte le luci fanno chiarezza. Nel regno dell'aria questo è un principio assodato: non troppo buio che sottrae, non troppa luce che moltiplica.”

L'ultimo romanzo di Marcello Fois, scrittore amabile ed amatissimo, è un noir ambientato in una fredda e buia Bolzano, che vede impegnato il commissario bolognese Sergio Striggio nell'indagine per la assurda scomparsa di una bambino di undici anni.Una vicenda che ruota inevitabilmente intorno ad un nucleo familiare e che porta l'indagine a trasformarsi in uno specchio nel quale il commissario rivive il suo difficile rapporto con il padre. L'anima (buia, luminosa) di Sergio Striggio divora l'indagine e diventa la protagonista di un romanzo che trascura la trama, trascura le indagini e si perde nei ricordi e nelle emozioni del commissario. Il padre malato si presenta a casa del figlio per una resa dei conti (del dirsi addio) e Sergio si scontra con il compagno Leo che lo accusa di non avere il coraggio di rendere pubblico il loro amore.
Tra sferzate di pioggia, declinazioni di luce e metafore avviluppate, Sergio compie il suo percorso e conclude le indagini. Qualcosa viene ritrovato, qualcuno è perso per sempre.
C'è qualcosa di buono e di urgente, al centro di questa storia, il cui cuore pulsante mi sembra essere un grande amore tra due uomini: intorno il buio, un po' di luoghi comuni, una lingua che a tratti fatica a sciogliersi in ritmo. Sull'orlo del romanzo davvero buono (e non è poco, forse), mi ha anche fatto arrabbiare, a partire dalla dedica. “ Ci sono persone che per un paradiso presunto/fanno della terra un inferno:/ questo romanzo è dedicato a tutti gli altri”. Sono saltata sulla sedia e ho rischiato di chiudere lì, nonostante la bella copertina, il bel titolo e i 17 euro appena spesi.

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