mercoledì 31 agosto 2016

Valentino di Natalia Ginzburg

Ho ascoltato Valentino di Natalia Ginzburg dalla voce di Michela Martini, per Ad Alta Voce di Radio Rai 3: le letture offerte dalla radio per celebrare il centenario della nascita della scrittrice mi hanno fatto innamorare di questa voce meravigliosa della nostra letteratura, che conoscevo solo in parte. Valentino, romanzo breve pubblicato da Einaudi nel 1951, ha la stessa scrittura-parlata de Le piccole virtù e di Lessico familiare, la stessa capacità di farci vedere i personaggi nella loro vita quotidiana, la stessa sensibilità tranquilla ma acutissima accompagnata da un affetto palpabile per le persone di cui racconta. L'impressione è quella di una timida ma attentissima osservatrice, capace di cogliere gesti e discorsi e di conservarli come preziosi reperti di quello che è stato e di quello che è.
Caterina, l’io narrante,  ricostruisce in prima persona il suo rapporto con il fratello Valentino, giovane narciso inconcludente di provincia , totalmente preso da se stesso. Squattrinato e privo di volontà, delude i suoi genitori, soprattutto il padre che lo voleva medico; con astuta meschinità si cerca una moglie ricca quanto brutta, che però lo ama: potrà, così, vivere nell’ozio, fingendo di studiare, in realtà godendosi la vita insieme all'amico Kit, cugino della moglie, che come lui è un inconcludente, anche se di animo più generoso e meno malizioso. Caterina seguirà il fratello, perché invitata dalla cognata Maddalena, nella sua casa, condividendone la vita. Il suo desiderio di una vita indipendente, anche povera, anche senza amore, non potrà essere appagato a causa del fratello, noncurante è colpevole della infelicità di chiunque si leghi a lui.
'lui si è preso sempre tutto quello che la gente gli ha dato, senza sognarsi di dare niente, senza tralasciare un sol giorno di carezzarsi i ricci davanti allo specchio e di farsi un sorriso. Lui che certo non ha mancato di farsi quel sorriso allo specchio, neppure il giorno della morte di Kit'

Una storia familiare che riesce a coinvolgere completamente, grazie ad una scrittura mai banale e scontata: una semplicità che non ha niente di ingenuo, ma che è il risultato di un percorso per arrivare a raccontare con voce autentica ciò che semplice non è.

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