
' Pro migranti nel vero senso della parola non ce ne sono, dato che nessuno è favorevole ad avere alle porte di una città di settantamila abitanti una popolazione di settemila disgraziati ridotti allo stremo, che dormono in tende di fortuna, nel fango, al freddo' è che passano le giornate te tanto di eludere la sorveglianza per salire su un camion e provare la sorte: difficilissimo passare l'Eurotunnel, i controlli sono oramai sofisticati e includono rilevatori del battito cardiaco: in un reportage televisivo hanno raccontato di quelli che prendono medicinali e si infilano nei freezer, consapevoli dell'altissima probabilità di morire.
Le risorse richieste per il contenimento della Giungla sono altissime, includono reparti speciali e controlli capillari, pagati dai francesi secondo l'accordo con il Regno Unito, che ci ha messo il denaro per i muri.
Poche pagine per un veloce sguardo a Calais e alle nostre frontiere, tenendo a mente il graffito di Bansky che rappresenta Steve Jobs, un versetto della Bibbia che ricorda di accogliere lo straniero e la diffidenza verso questo genere di operazioni: ma cosa vuoi, avvoltoio? Te ne vieni qui per quindici giorni e pensi di aver capito qualcosa, di come si vive?
Aggiunge forse poco a quel poco che sappiamo, ma è comunque importante come ogni discorso che tenta di rappresentare e rendere visibile il cuore di tenebra che abita negli interstizi del nostro mondo e che, insieme ai migranti del mare, accompagna ogni nostro giorno di europei, anche quando non ne parliamo: da qualche parte, dentro di noi, lo sappiamo; e parlarne, almeno, è un primo passo.
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