mercoledì 16 maggio 2018

Paradisi minori di Megan Mayhew Bergman

“ Immaginai la mamma balena, stremata dal travaglio, che spingeva il suo piccolo in su, verso la pelle dell'acqua. Il miracolo del respiro nonostante i predatori, il miracolo della vita sulle rotte delle baleniere.”
L'elemento unificante dei bellissimi racconti di Megan Mayhew Bergman sono gli animali, domestici o selvaggi, comuni e rari, pericolosi o in pericolo: gli animali e l'umano, connessi e separati, nel loro comune ambiente, quel paradiso terrestre a rischio di estinzione che è la nostra vita. La scelta dell'angolazione leggermente spostata permette alla scrittrice di cogliere di sorpresa i suoi personaggi, mentre sono soli e si coocupano di un lemure morente, o si godono il loro spazio nel letto insieme ai gatti, o ricordano di essere stati aggrediti da un morso animale ogni volta che qualcuno li avvicina. Scenari toccanti, bizzarri utopisti, insopportabili sostenitori dell'estinzione dell'umanità: donne, soprattutto donne, alle prese con l'amore, la cura, la vita e la morte. Un vita troppo breve per la lunga arte del romanzo, come diceva Grace Paley. Meglio puntare alla raffinatezza del frammento, tra un'ecografia e una camminata, un pianto e una corsa al negozio. Meglio spingere il piccolo a cercare il fiato e incrociare le dita perché la vita del mare morente ci dia ancora spazio, ossigeno, tempo.

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