mercoledì 16 maggio 2018

Manhattan beach di Jennfer Egan



Jennifer Egan si è spostata nel passato dopo tanto postmoderno; ha esplorato la zona portuale di New York al tempo del seconda guerra mondiale, dopo Pearl Harbor, nel momento in cui gli USA si inseriscono nei combattimenti. Ne ha ricavato un romanzo di spazi e luce, spiagge e mare, ma anche di buio, segreti e fughe. La protagonista è una giovane donna determinata e consapevole, pronta a sperimentare se stessa anche nei desideri meno convenzionali, trasformando così l'abbandono del padre e la sospensione delle norme di una società in guerra in un'occasione per diventare ciò che vuole essere.
Tra gangster e locali notturni, fabbriche portuali e missioni come palombara, la storia di Anna si intreccia con quella del malavitoso Dexter e del padre Eddie (un romanzo nel romanzo le sue avventure marittime). Ottimo lavoro che non è riuscito a coinvolgermi fino in fondo- nonostante il personaggio di Anna sia un tributo alle donne e ai loro desideri, anche quando le portano in luoghi oscuri: è laggiù che si possono scovare fosforescenze meravigliose, il pulsare della bellezza di trovarsi dove vuoi e devi essere.
Per il tema delle donne 'liberate' dalla guerra vedere la saga dei Cazalet, per l'ambientazione marittima 'Tutta la luce che non vediamo' di Doerr, per la guerra vera girarsi verso est, direzione l'Europa di allora, o il medio-oriente di oggi.

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