venerdì 15 giugno 2012

Bellezza e fragilità

Daniel Mendelsohn
Bellezza e fragilità





"La parola "critico", che tende a lasciare un sapore vagamente amarognolo nella bocca della cultura contemporanea ... deriva, per via indiretta, dal termine greco classico krino: giudicare. Criterio è un'altra parola che ha la stessa derivazione" 

Nei saggi raccolti in Bellezza e fragilità Daniel Mendelsohn ci offre numerose riflessioni che permettono di capire quale sia la sua capacità di giudicare, distinguere; è una capacità che ci permette di vedere e capire, a proposito di un libro o di un film, elementi che non eravamo stati in grado di scorgere; o che avevamo colto di sfuggita ma per i quali non avevamo trovato parole, ai quali non avevamo dato tempo e spazio per trasformarsi in discorso, in riflessione. Così, a proposito di Brokback Mountains, Mendelsohn ci mostra quanto il film sia una storia di amore omosessuale e in che modo ciò sia reso dall'interpretazione dei protagonisti; a proposito del film di Sofia Coppola su Maria Antonietta ci mostra gli evidenti richiami a Lost in traslation (evidenti dopo che lui ce li ha mostrati); ci fa guardare più a fondo Troy e il suo rapporto con l'Iliade; infine, in uno dei saggi più belli del libro, ci parla delle donne di The hours, libro e film. Nell'orgia informatica nella quale siamo immersi è raro soffermarsi a vedere meglio qualcosa; è raro e difficile trasformare un'esperienza di lettura o la visione di un film in un'occasione per ragionare, confrontare, valutare: criticare è facile se fatto con superficialità, difficilissimo se si tratta di discernere. Ci vuole la pazienza delle fiabe, dove la protagonista deve sedere davanti a un sacco misto di ceci e piselli e dividerli: la pazienza di discernere, scegliere, separare.


Daniel Mendelsohn, l’autore de Gli scomparsi, la grande storia di una famiglia ebrea annientata durante l’Olocausto, è un elegante classicista e uno dei critici piú temuti e rispettati d’America. In questa nuova opera intraprende una brillante ricognizione dei registi e degli scrittori che influenzano la nostra vita e il nostro mondo, libri e film di grande successo che entrano in ogni casa e vengono visti in migliaia di sale cinematografiche. Opere d’arte e di consumo, raffinati romanzi o prodotti puramente commerciali, da Amabili restidi Alice Sebold a Brokeback Mountain, da Kill Bill a Everyman di Philip Roth, da Pedro Almodovar a Michael Cunningham, da Maria Antonietta di Sofia Coppola a Middlesex di Jeffrey Eugenides, fino a Le benevole di Jonathan Littell.Mendelsohn interpreta l’influenza del mondo greco e romano sulla cultura popolare in film comeTroy e 300, analizza le ambiguità estetiche e politiche di chi impone uno sguardo troppo contemporaneo sui grandi classici, discute il rovinoso effetto del sentimentalismo dopo l’11 settembre e la fondamentale importanza della grande letteratura del passato per una piena comprensione del presente.Ogni testo, ogni film, diventa cosí uno spunto per una riflessione sullo statuto dell’arte e dell’artista, sul rapporto tra bellezza e vita quotidiana, sul ruolo necessario che la creatività e la cultura hanno nella realizzazione e nello sviluppo della società e dei suoi individui.In Bellezza e fragilità Daniel Mendelsohn si rivela uno dei grandi scrittori e intellettuali di oggi, capace di raccontare il coraggio e il fallimento di un romanzo, le aspirazioni e il successo di un film. E di praticare con acume, sentimento e umorismo il difficile artigianato della critica nell’epoca della cultura di massa.


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