giovedì 14 giugno 2012

Dance, dance, dance (Haruki Murakami)



Dance, dance, dance di Haruki Murakami. è il primo libro che ho letto di questo famoso scrittore ormai da tempo diventato un culto. In realtà tempo prima avevo letto un suo lavoro autobiografico L'arte di correre; non riuscendo ancora ad avvicinarmi a Murakami scrittore avevo cercato un contatto con l'uomo. Le riflessioni di Murakami mi avevano molto interessato: ho sempre ammirato la disciplina e la detreminazione e la vita di Murakami è un esempio di entrambe le cose. Per avvicinarmi ad un romanzo ho aspettato comunque ancora un anno; in un meso particolarmente freddo e noioso mi sono detta che era il momento di leggere qualcosa di “importante” e così, praticamente a caso, ho preso in biblioteca Dance, Dance, Dance (Dansu, dansu, dansu). Tra le altre riflessioni del saggio l'arte di correre, una in particolare mi aveva commosso e mi aveva fatto scattare una scintilla: ad un certo punto, mentre corre, Murakami viene superato da un gruppetto di ragazze. Vanno più veloce di lui, sono giovani, hanno un passo deciso e d elstico, la loro corsa comunica sicurezza; Murakami vede in questa scena quello che lui non potrà mai essere, il senso di sicurezza, di forza, di vittoria. Uno che nella vita non farà mai goal senza fatica, ma sempre e solo dopo infiniti sforzi.
Dance dance dance racconta la storia di una guarigione; il protagonista compare sulla scena in uno stato di forte depressione; quello che avverte è un forte senso di perdita: ha perso un caro amico in gioventù, la moglie lo ha lasciato, le relazioni successive si sono tutte interrotte. Il romanzo si apre con un sogno: in un vecchio albergo c'è qualcuno che piange per lui. E' Kiki, una prostituta dalle orecchie bellissime che ha passato con lui qualche mese. L'impressione che ha l'uomo è quella di un forte richiamo; è convinto che ci siano molte cose che gli sfuggono e che in quell'albergo ci sia una chiave che lo potrà aiutare. E in effetti nell'albergo incontra l'uomo-pecora, il quale gli conferma che tra lui e l'albergo c'è un legame, che quella è casa sua, che quello è “il nodo” che lo mantiene in contatto.La storia di Dance, dance, dance è la storia di una guarigione. Il protagonista si trova in una situazione di stallo. E' solo e fa un lavoro che non lo interessa, anche se si impegna scrupolosamente per farlo in modo scrupoloso. Ha subito diverse perdite della sua vita: un amico è morto in gioventù, la moglie lo ha lasciato, l'ultima donna con cui ha avuto una relazione ha chiuso con lui e infine il gatto è morto. E' solo e non ha amici. E' stato accusato di vivere “sulla luna” e in effetti è piuttosto distaccato da tutto. Una notte sogna un abergo e qualcuno che piange per lui: in quell'albergo aveva passato alcuni mesi in compagnia di una prostituta, Kiki, scomparsa senza lasciare traccia. Quel sogno lo colpisce come una piccola rivelazione, come un segno: deve tornare in quell'albergo perchè quello è l'unico contatto che ancora esiste con Kiki e lui è cinvinto che la ragazza lo stia chiamando, piangendo per lui.
E' chiaro che sogna di qualcuno esprime il suo dolore e forse Kiki non esiste, non è mai esistita: per tutto il romanzo Kiki sarà sempre e solo un'apparizione, in sogno, in un film, per la strada, intravista ma non raggiunta.  

L'albergo del Delfino è il punto di contatto del protagonista con la vita: lì incontra l'uomo-pecora, una specie di inconscio che gli suggerisce di trovare i collegamenti e di danzare, la giovane Yuki bisognosa di aggetto e la receptionist Yumi che condivide con lui la conoscenza della vera natura dell'albergo.
Questa è la descrizione della propria vita che il protagonista espone all'uomo-pecora:
Raccontai tutto, con la len­tezza del ghiaccio che si scioglie, impiegando tutto il tempo ne­cessario. Gli dissi che riuscivo a mandare avanti la mia vita, ma che non arrivavo mai da nessuna parte. E intanto invecchiavo. Che ero incapace di amare davvero qualcuno, che avevo di­menticato cosa volesse dire provare quella fitta al cuore. Che non sapevo neanch'io cosa cercare. Che cercavo di dare il mas­simo nelle cose che facevo, ma lo sforzo sembrava del tutto inu­tile. Sentivo il mio corpo perdere di elasticità, i muscoli irrigi­dirsi progressivamente, e questo mi faceva paura. Gli dissi an­che che lì era l'unico posto al quale mi sentissi collegato, seppure da un filo sottile. Non sapevo nemmeno dov'era, ma sapevo di farne parte. Appartenevo a quel posto.

E questa è la funzione dell'uomo-pecora:
Il mio compito qui è quello di collegare. Come su un qua­dro di comando, opero dei collegamenti. Questo posto è il no­do di tutto. Io collego ogni cosa a tutte le altre, in modo che non si disperdano. Questo è il mio compito. Manovrare il qua­dro di comando. Collegare. Le cose che cerchi, quelle che hai trovato. Collegare tutto. Capisci?


Le donne della storia sono donne- prostitute, il sogno della ragazza bellissima e irreale, della quale non si sa nemmeno il nome vero; la ragazzina che non ha nessuno che si occupi di lei; la donna reale, impegnata come lui in un lavoro normale; l'artista geniale che lo affascina ma al tempo stesso genera sofferenza intorno a lei; gli uomini della storia sono l'amico gotanda, il modello della sua gioventù, l'uomo senza braccio dedito all'artista (morirà nell'andare a fare la spesa per lei) e d il padre di Yuki, l'artista che ha perso la sua creatività ed è diventato un uomo di affri, convinto di poter comperare qualunque cosa, anche un affetto per la figlia.

L'amico Gotanda è bellissimo, elegante, a suo agio in ogni situazione; inoltre è un attore di successo e di conseguenza è ricchissimo: vive in una casa meravigliosa e guida auto di lusso. Gotanda entra nella storia attraverso Kiki: entrami hanno recitato una scena d'amore in un film – entrambi fanno parte del mondo del sogno inteso come sogno superficiale. Ma il mondo incantato di Gotanda si rivela un bluf: Gotanda non è felice, vorrebbe una vita normale, si sente inautentico e senza prospettive; le sue pulsioni distruttive, inimmaginabili alla sua prima comparsa, lo porteranno al suicidio, nel dubbio di aver ucciso la prostituta Mei – la sua ombra.

In realtà non ci viene svelato da chi è stata uccisa Mei – aveva passato la notte precedente con il protagonista e aveva nel portafogli il suo numero di telefono, nel caso avesse notizie di kiki. A un certo punto del romanzo siamo portati a credere che il protagonista abbia ucciso Mei e forse anche Kiki – la storia della sepoltura di Kiki è simile in modo inquitante alla sepoltura del gatto.
In effetti potrebbe essere una morte “simbolica”: il protagonista avvicina ragazze “irreali” come il suo alter-ego Gotanda e loro due assieme le uccidono; solo la mortedi Gotanda, il modello carico di pulsioni di morte liberano il protagonista e gli permettono di entrare in contatto con la realtà; il corpo di Yumi, esplorato in ogni dettaglio da un protagonista pienamente nella realtà.

La giovane Yuki è una adolescente in difficoltà, come il protagonista è in una situazione di stallo: non vuole più andare a scuola e non ha amici. La sua solitudine e la sua sofferenza sono legate ad una situazione familiare particolare: è completamente abbandonata dall madre Ame, presa dalla sua arte e non vuole avere niente a che veedere con il padre, l'artista che ha venduto la sua anima al denaro. Tra l'uno e l'altra la sua inclinazone la porta a cercare la madre, ma questa la ferisce in continuazione. Inoltre la ragazza soffre per una sua particolare “sensibilità” verso l'atmosfera che circonda cose e persone: percepisce, a volte in modo violento, sensazioni ed emozioni delle persone e delle cose con le quali entra in contatto. E' lei a percepire il lato oscuro di Gotanda, lei a vedere l'uccisione di Mei e a sentire l'atmosfera di morte presente nella automobile di lusso che l'attore presta all'amico. Yuki ed il protagonista si aiutano a vicenda; si riconoscono a prima vista, entrambi hanno dei contatti segreti con il mondo nascosto al di là delle apparenze; e si accompagnano a vicenda nella ricerca di un equilibrio. Lui le insegna il valore dell'amicizia e dell'affetto disinteressato, l'importanza delle regole (mangiare bene); lei lo aiuta a vedere meglio ciò che per lui è confuso. La sua funzione è quella di un padre; in questo modo il protagonista è come se si prendesse cura di un se stesso giovane e indifeso. In comune lui e Yuki hanno una grande solitudine e la capacità di vedere cose che gli altri non vedono. Lui ha visto l'uomo pecora, lei vede gli aloni intorno alle cose.
Riassumendo il romanzo di Murakami può essere letto come la storia di una crescita – e il delfino rappresenta in molte culture un salto evolutivo, un aiuto nei passaggi dell'esistenza. I vari protagonisti sembrano essere i diversi aspetti della personalità del protagonista: la sua parte “modello”, quello che lui voprrebbe essere, così perfetta da nascondere i lati oscuri più incontrollabili; la parte oscura, le pulsioni di morte (l'uccisione di mei, il suicidio); le donne del piacere, anch'esse perfette, bellissime, capaci di offrire grandi piacere ma alla fine inesistenti: senza nome, scompaiono senza lasciare traccia; la ragazzina sofferente che ha bisogno di una guida, di avere qualcuno vicino per poter finalmente piangere; e infine la realtà, la ragazza con gli occhiali che rimane sempre al suo posto, alla recepsion de nuovo albergo e che lo aspetta finchè lui non ritorna, pronto a vivere pienamente una vita reale.

Qui potete trovare un elenco dei musicisti e dei brani citati nel romanzo.
http://www.musicaememoria.com/haruki_dance_dance_dance.htm

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