domenica 26 febbraio 2017

Le nostre anime di notte di Kent Haruf

Il romanzo di cui tutti parlano in questi giorni, dopo il grandissimo successo dei precedenti lavori pubblicati da NN, è l'ultimo tassello della narrazione di Kent Haruf dedicata alla immaginaria cittadina di Holt, Colorado. Ultimo in modo definitivo, essendo stato scritto  quando lo scrittore già sapeva di non avere molto tempo davanti. La moglie, in Italia nei giorni scorsi per la promozione, ha raccontato di una scrittura veloce, rispetto al lungo lavoro dei romanzi precedenti, dettata dal l'urgenza di concludere in tempo. Sono cose che si sentono, nella scrittura: l'urgenza, l'avere qualcosa da dire, danno alla scrittura una coloritura determinante.
La storia è semplice, pochi i fatti, quasi azzerati i virtuosismi. Addie Moore, una vedova sulla soglia della vecchiaia, propone a Louis Waters, un vicino rimasto solo come lei, di passare insieme le notti.
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Mi chiedevo se ti andrebbe qualche volta di venire a dormire da me', dice Addie. 'Nel senso che siamo tutti e due soli. Ce ne stiamo per conto nostro da troppo tempo. Da anni. Io mi sento sola. Penso che anche tu lo sia. Mi chiedevo se ti andrebbe di venire a dormire da me, la notte. E parlare'

Inizia così una relazione che diventa affetto, lontana dai tumulti giovanili (che entrambi hanno comunque attraversato), misurandosi con un tempo che si conosce limitato e allo stesso tempo ancora capace di lasciare respiro e spazio. 'E adesso cerca di non essere precipitoso', dice a sé stesso Louis dopo la proposta di Addie. Addie e Louis sono capaci di avvicinarsi con dolcezza, lentamente, senza badare alle convenzioni e alle chiacchiere del paese. Nello spazio condiviso del letto cominciano un'avventura verso la reciproca conoscenza: attraversano la notte insieme, cercando le parole per raccontarsi.
Una bella storia, un evidente amore che lega il narratore ai suoi personaggi e a quelle piccole cose della vita quotidiana che diventano preziosissime quando non si danno più come scontate. Fare un picnic, andare i campeggio, cucinare per un nipote, occuparsi di un cane, bagnarsi in un fiume, parlare la notte: come se fosse il regno dei cieli, senza troppe fanfare. La voce di Kent Haruf suona così, tranquilla e delicata. Una spiritualità tutta terrena, delicata e soffusa: ogni cosa è illuminata, ma non ci sono bagliori accecanti: un'alba tranquilla, un tramonto sereno. Semplicemente un amore.

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