
La storia è semplice, pochi i fatti, quasi azzerati i virtuosismi. Addie Moore, una vedova sulla soglia della vecchiaia, propone a Louis Waters, un vicino rimasto solo come lei, di passare insieme le notti.
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Mi chiedevo se ti andrebbe qualche volta di venire a dormire da me', dice Addie. 'Nel senso che siamo tutti e due soli. Ce ne stiamo per conto nostro da troppo tempo. Da anni. Io mi sento sola. Penso che anche tu lo sia. Mi chiedevo se ti andrebbe di venire a dormire da me, la notte. E parlare'
Inizia così una relazione che diventa affetto, lontana dai tumulti giovanili (che entrambi hanno comunque attraversato), misurandosi con un tempo che si conosce limitato e allo stesso tempo ancora capace di lasciare respiro e spazio. 'E adesso cerca di non essere precipitoso', dice a sé stesso Louis dopo la proposta di Addie. Addie e Louis sono capaci di avvicinarsi con dolcezza, lentamente, senza badare alle convenzioni e alle chiacchiere del paese. Nello spazio condiviso del letto cominciano un'avventura verso la reciproca conoscenza: attraversano la notte insieme, cercando le parole per raccontarsi.
Una bella storia, un evidente amore che lega il narratore ai suoi personaggi e a quelle piccole cose della vita quotidiana che diventano preziosissime quando non si danno più come scontate. Fare un picnic, andare i campeggio, cucinare per un nipote, occuparsi di un cane, bagnarsi in un fiume, parlare la notte: come se fosse il regno dei cieli, senza troppe fanfare. La voce di Kent Haruf suona così, tranquilla e delicata. Una spiritualità tutta terrena, delicata e soffusa: ogni cosa è illuminata, ma non ci sono bagliori accecanti: un'alba tranquilla, un tramonto sereno. Semplicemente un amore.
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