domenica 26 febbraio 2017

La figlia femmina di Anna Giurickovic Dato


Anna Giurickovic Dato, classe 1989, per il suo romanzo d'esordio, ha scelto un tema 'forte' ed estremamente complesso: gli abusi sessuali di un padre sulla figlia, una bambina piccola. Ha ambientato la storia a Rabat, colorando la scenografia di colori, suoni e profumi. Giorgio è un diplomatico che lavora all'ambasciata italiana: la moglie e la piccola Maria si sono trasferite con lui.

La situazione è subito chiarita nel primo capitolo' Questo è il mio papà'; il punto di vista è quello della bambina ed il padre compare sulla scena mentre spiega ad una coppia francese il sacrificio di Abramo nel giorno della festa per l'Eid al-Fitr, che segna la fine del Ramadan.

'È un uomo robusto, alto, bello. Maria si accorge che, quando passa, la gente lo guarda con rispetto tuo, che desidera le sue attenzioni...Maria è assorta in un pensiero. È l'unica figlia di suo padre. Se un giorno lui la legasse e la stendesse su un altare accanto a legna da ardere, lei non si stupirebbe. Pensa che lui lo farebbe fissandola con gli occhi neri e severi, attraverso le ciglia ramate. Lei gli accarezzerebbe un riccio della criniera arancione che ha sempre voglia e timore di toccare. Penserebbe che se lo fa papà è giusto'.
Ed è proprio quello che accade, sera dopo sera: lei è sdraiata, il papà le legge una storia e poi comincia a toccarla; la bambina brucia di vergogna, di confusione, di paura, di amore. Tutto insieme. Il padre non viene fermato dall'improvvisa voce di Dio e il sacrificio si consuma.

Nel secondo capitolo Maria ha tredici anni e vive con la madre a Roma: il padre non è più con loro, la madre ha da poco iniziato a frequentare un uomo, che quel giorno verrà a pranzo per conoscere la ragazzina: è un momento difficile per la madre, che teme la reazione di Maria. La bambina infatti, fin da piccola, ha iniziato a comportarsi in modo strano, alterna dolcezza ad aggressività, ha incubi ricorrenti, giornate di mutismo. La madre racconta il pranzo con il nuovo compagno e la figlia, cornice all'interno della quale vengono narrati gli anni precedenti, alternando presente e passato. Anna Giurickovic Dato  indaga il rapporto madre-figlia, all'interno della tragedia subita da entrambe: una madre che non ha saputo vedere, una figlia che ha sviluppato un rapporto drammatico con le figure degli adulti.
Un ottimo spunto di partenza, un interessante sguardo sulle dinamiche madre-figlia in relazione ad uomo amatissimo capace di distruggerle. L'ambientazione 'esotica' non mi ha convinta del tutto; da una parte colloca la famiglia in un isolamento  che riproduce la profonda distanza dal mondo che separa chi subisce violenze in famiglia dalla comunità, ma in parte collega la violenza, per pura contiguità, ad un mondo che ancor oggi molti considerano 'barbaro', soprattutto in relazione alle donne. Altre cose non funzionano, a partire dalla presentazione ufficiale del romanzo.
'Sensuale come una versione moderna di Lolita, ambiguo come un romanzo di Moravia, La figlia femmina è il duro e sorprendente esordio di Anna Giurickovic Dato.'
Ecco, sensuale. Non lo avrei mai usato per definire una storia di abusi e degli atteggiamenti di una ragazzina segnata dalla violenza di un padre. Ancor peggio usare Lolita, ancora, come se fosse davvero la 'ninfetta' che voleva vedere Humbert Humbert.

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