venerdì 8 gennaio 2016

Riparare i viventi di Maylis de Kerangal

'Il cuore di Simon Limbres. Cosa sia questo cuore umano, dall'istante in cui ha cominciato a battere più forte, alla nascita, quando altri cuori là intorno acceleravano a loro volta salutando l'evento, che cosa sia questo cuore, cosa l'abbia fatto balzare, vomitare, crescere, danzare in un valzer leggero come una piuma, o pesare come un macigno, cosa l'abbia stordito, cosa l'abbia fatto struggere...'
È una corsa che toglie il fiato, il romanzo di Maylis de Kerangal dedicato al cuore di Simon Limbres, giovanissimo surfista francese destinato a una morte precoce, che lascia integro il suo corpo ma ne uccide le attività cerebrali e dunque ne decreta la morte. Un romanzo su cosa sia un trapianto di cuore, poetico e dettagliato, che corre veloce e ci fa ansimare perché i minuti sono contati quando si tratta di 'riparare i viventi': il protocollo è complesso e prevede procedure accurate ma accelerate. Ci vuole cura per ogni dettaglio: parlare ai genitori, avvicinarli all'idea, contattare centri specializzati, confrontare tessuti e dimensioni.
I romanzieri sono necessari, ho pensato - ancora una volta - a chiusura del libro. Illuminano zone oscure, lasciate in penombra anche quando sono in apparenza sotto gli occhi di tutti. In un tempo in cui la scienza lavora sui nostri corpi e ne cambia la percezione, sono preziose le parole che indagano in quella zona, a ricordarci che un cuore, è pur sempre un cuore: principe del corpo, centro del nostro mondo, pompa carica di sangue e di simboli. Manipolare il corpo non è solo questione di tecnica raffinatissima: ci vogliono cantori, ad accompagnare i nostri cuori e a celebrane i passaggi: accelerazioni, contrazioni, distacchi.
Il personaggio che tiene in mano i fili della vicenda, colui che ne cuce i passaggi, non a caso è un infermiere con la passione del canto; prima di affrontare il discorso del trapianto con i genitori di Simon 'decontrae i muscoli, disciplina il respiro, conscio che la punteggiatura è l'anatomia del linguaggio, la struttura del senso, tanto che visualizza la frase d'inizio, la sua linea sonora, e assapora la prima sillaba che pronuncerà, quella che fenderà il silenzio, precisa, rapida come una lama - un taglio più che una screpolatura ...'. Il tema del ritmo, della musicalità, del suono è una delle tracce profonde del romanzo: il battito del cuore, come la punteggiatura, accompagna costante la vita, accelera e rallenta seguendo le onde, come il respiro del mare tanto amato da Simon. Ed è il ritmo che culla, accompagna, trasporta: sarà il canto a ricomporre l'individualità di un corpo smembrato, la litania delle frasi sgranate a rosario a dare equilibrio alla disperazione di una madre. I cardellini, preziosi e ormai introvabili, andrebbero tutelati, suggerisce l'autrice: perché sarà un canto ad accompagnarci quando dovremo seppellire i morti, o riparare i viventi.
Il cardellino di Donna Tartt, il pappagallo di Flaubert, il cuore semplice che se ne innamora, il canarino di Catullo: trame da seguire, se si ha il gusto del surfista letterario, alla ricerca delle onde.

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