sabato 16 gennaio 2016

L'invisibile ovunque di Wu Ming


'Niente uccide un uomo come l'obbligo di rappresentare una nazione'
Jacques Vaché


Non è un romanzo, l'ultimo lavoro dei Wu Ming; si tratta di quattro narrazioni autonome, legate dal progetto di mostrare la disumanità della guerra e di raccontare alcuni dei modi in cui, gli uomini tentarono di sopravvivere, di evitarla, di assimilarsi. Sulla scia del lungo lavoro al quale da tempo gli scrittori del collettivo bolognese si dedicano, una narrazione al servizio della memoria; in particolare la memoria di quello che è stato dimenticato, rimosso, nascosto. È molto pericoloso, per una società come per i singoli individui, lasciare zone d'ombra nel proprio passato, non esplorare ciò che è accaduto mettendo in luce per quanto possibile tutto ciò che è necessario, anche se scomodo - soprattutto se scomodo. L'invisibile ovunque è uscito nell'anno delle celebrazioni per il centenario della Grande Guerra, ma negli ultimi mesi, quando ormai il boom dei tanti libri dedicati aveva saturato il mercato: a giochi fatti, si può dire - immagino per ribadire una presa di distanza dai meccanismo di mercato. Nel loro sito dichiarano: 'L’Invisibile ovunque è il nostro modo di non celebrare il centenario della Grande guerra'.
Le quattro storie sperimentano diversi registri, dal racconto più tradizionale al mockumentary (il finto documentario), ed in essi emerge, prepotente, il tema della follia, della fuga, del tentativo di sottrarsi, rendendo protagonisti coloro che non vorrebbero, a nessun costo, partecipare alla carneficina: in memoria di Ulisse, che si finse pazzo; in memoria di Achille, travestito da donna; in nome del surrealismo e di un certo comunismo, quello che vedeva nella guerra il paradosso di uomini che uccidono altri uomini della stessa parte della barricata, quella degli sfruttati.
Che le guerre siano sempre carneficine insensate parrebbe una evidenza senza bisogno di ulteriori dimostrazioni: ma i Wu Ming avvertono pericoli (l,eterno ritorno del mito della violenza) e fanno la loro parte, celebrando i disertori, i poeti, i pazzi, gli imboscati. Sottrarsi, in nome di un'umanità diversa.

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