domenica 4 ottobre 2015

L'ultimo degli uomini di Margaret Atwood


Uomo delle Nevi si sveglia prima dell'alba. Giace immobile, ascoltando la marea che sale e onda dopo onda lambisce le varie barriere, cic-ciac, cic-ciac, il ritmo del battito cardiaco. Vorrebbe tanto credere di essere ancora addormentato.



Uomo delle Nevi, fino a poco tempo prima, si chiamava Jimmy ed era un abitante dei Recinti, le zone della Terra create dalle multinazionali per garantire la salute e la sicurezza dei loro dipendenti su un pianeta arrivato sull'orlo del collasso. I cambiamenti climatici (l'aumento delle temperature associato a temporali sempre più devastanti) ha drasticamente ridotto le risorse alimentari a disposizione per una popolazione in continuo aumento. La povertà ha determinato un aumento della violenza e il turismo sessuale è una delle pratiche oramai diffuse senza controllo.
Nei recinti si vive una vita più tranquilla, anche se non tutti accettano l' auto reclusione: la madre di Jimmy, ad esempio, è sempre più depressa e sospettosa rispetto al lavoro degli scienziati del recinto, che si occupano di manipolazione genetica per fornire nuovi organismi di cui cibarsi e allo stesso tempo producono qualunque tipo di pillola in grado di migliorare la tonicità della pelle, l'umore o il risultato di un concepimento.
Ma questo accadeva prima: ora Jimmy è diventato Uomo delle Nevi e si trova solo a cercare di sopravvivere in un pianeta devastato: vicino a lui vivono i Craker, tribù di uomini e donne giovani, perfetti e adatti alla nuova situazione ambientale: esseri semplici, progettati per essere felici, al sicuro da fantasie, paure, desideri. In un qualche modo Jimmy aveva promesso di prendersi cura di loro e adesso quella promessa, per quanto ridicola, lo tiene legato a quegli esseri dalle corpi colorati.
In un alternanza di descrizioni del presente e flash-back, la storia ci viene narrata dal punto di vista di Jimmy: il dolore per la scomparsa della madre, l'amicizia con il geniale Craker, l'amore per Oryx.

Margaret Atwood, scrittrice canadese classe 1939, ha dedicato la sua vita alla scrittura e all'impegno politico e sociale, interessandosi in particolare ai temi della sostenibilità della presenza della razza umana sulla terra, alle tematiche femministe e alle problematiche legate ai rapporti di potere in ambito sessuale. Il romanzo, in modo evidente, tratteggia un possibile futuro catastrofico partendo dai problemi più evidenti dell'oggi.

Come ogni romanzo “a tesi”, risulta abbastanza prevedibile e manca in parte di un elemento essenziale per le narrazioni fantastiche: la capacità di aprire scenari davvero inediti e di offrire al nostro sguardo mondi mai immaginati. Ma non era questo l'intento dell'autrice, che riesce comunque a regalarci passaggi interessanti nei momenti più statici della narrazione: il dialogo farneticante che Uomo delle Nevi intesse in solitudine, con evidenti richiami a Robinson Crusoe e a tutti i suoi successori, sono intense, poetiche e intelligenti.

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