
Uomo
delle Nevi, fino a poco tempo prima, si chiamava Jimmy ed era un
abitante dei Recinti, le zone della Terra create dalle multinazionali
per garantire la salute e la sicurezza dei loro dipendenti su un
pianeta arrivato sull'orlo del collasso. I cambiamenti climatici
(l'aumento delle temperature associato a temporali sempre più
devastanti) ha drasticamente ridotto le risorse alimentari a
disposizione per una popolazione in continuo aumento. La povertà ha
determinato un aumento della violenza e il turismo sessuale è una
delle pratiche oramai diffuse senza controllo.
Nei
recinti si vive una vita più tranquilla, anche se non tutti
accettano l' auto reclusione: la madre di Jimmy, ad esempio, è
sempre più depressa e sospettosa rispetto al lavoro degli scienziati
del recinto, che si occupano di manipolazione genetica per fornire
nuovi organismi di cui cibarsi e allo stesso tempo producono
qualunque tipo di pillola in grado di migliorare la tonicità della
pelle, l'umore o il risultato di un concepimento.
Ma
questo accadeva prima: ora Jimmy è diventato Uomo delle Nevi e si
trova solo a cercare di sopravvivere in un pianeta devastato: vicino
a lui vivono i Craker, tribù di uomini e donne giovani, perfetti e
adatti alla nuova situazione ambientale: esseri semplici, progettati
per essere felici, al sicuro da fantasie, paure, desideri. In un
qualche modo Jimmy aveva promesso di prendersi cura di loro e adesso
quella promessa, per quanto ridicola, lo tiene legato a quegli esseri
dalle corpi colorati.
In
un alternanza di descrizioni del presente e flash-back, la storia ci
viene narrata dal punto di vista di Jimmy: il dolore per la scomparsa
della madre, l'amicizia con il geniale Craker, l'amore per Oryx.

Come
ogni romanzo “a tesi”, risulta abbastanza prevedibile e manca in
parte di un elemento essenziale per le narrazioni fantastiche: la
capacità di aprire scenari davvero inediti e di offrire al nostro
sguardo mondi mai immaginati. Ma non era questo l'intento
dell'autrice, che riesce comunque a regalarci passaggi interessanti
nei momenti più statici della narrazione: il dialogo farneticante
che Uomo delle Nevi intesse in solitudine, con evidenti richiami a
Robinson Crusoe e a tutti i suoi successori, sono intense, poetiche e
intelligenti.
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