Una perdita, anzi la perdita più grave, un figlio unico giovane e amatissimo: quella perdita alla quale si può solo sopravvivere, senza rimedio, senza un nome che identifichi quello che si diventa, come se anche le parole arretrassero di fronte al non-senso.
Larissa e Michele hanno trovato un loro disperato equilibrio, dopo l'accaduto, fatto di silenzi, camminate in una gelida New York, rituali fragilissimi che a malapena permettono di fare un passo dopo l'altro.
Una lettera dall'Italia apre di nuovo i giochi (la teoria dei giochi di Nash è parte integrante del lavoro della scrittrice sugli equilibri) e le reazioni di Larissa e Michele prendono strade diverse. Una scrittura asciutta e capace di ritrarre momenti di quotidianità straziante, una misura nell'affrontare il dolore che tutela i protagonisti e i lettori. Una parabola aperta, dal gelo al mare.
Semifinalista al premio Strega 2017.
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