After dark è un romanzo breve, dalla
struttura piuttosto semplice se paragonata ad altre costruzioni dello
scrittore giapponese. Tutto si svolge in una notte a Tokyo: la
protagonista è Mari, una giovane studentessa di cinese che ha deciso
di passare la notte fuori casa; in una caffetteria incontra
Takahashi, un musicista jazz simpatico e chiacchierone che cerca di
farsi raccontare da Mari la sua storia; nel frattempo, lì vicino,
una prostituta cinese viene picchiata da un cliente in un love hotel
e tramite Takahashi, che conosce la proprietaria Kaoru, la giovane
Mari viene chimata in aiuto per comunicare con la ragazza cinese
vittima dell'aggressione.
E' questo contatto con il mondo violento del love hotel che permette a Mari di trovare il modo di parlare della sua sofferenza e anche di trovarne una possibile soluzione. In un gioco di triangolazioni e identificazioni, Mari può prendere contatto con i suoi sentimenti riguardo la sorella Eri, centro muto e immobile del romanzo, enigma e sfinge della storia. La bellissima Eri, tanto bella quanto fragile, dorme nel proprio letto di un sonno innaturale, frutto di una scelta, del rifiuto del mondo con le sue sofferenze. Non si sveglia se non per mangiare qualcosa, ma da mesi nessuno dei suoi familiari l'ha vista sveglia. Per questo Mari è sfuggita quella notte, perchè sente di non poter più sopportare di dormire nella propria casa accanto alla sorella che vegeta in uno stato di assenza di vita. Il giovane Takahashi le parla a lungo della sorella e le dà un'indicazione precisa per aiutarla, mentre Mari gli racconto del suo distacco dalla bellissima Eri, della loro mancanza di comunicazione e per contrasto del suo dolore per la giovane prostituta , Takahashi le consiglia di immaginare la sorella sofferente come la ragazza cinese, come se la sofferenza di Eri potesse essere visibile quanto le ferite della prostituta e come se l'impossibilità di parlare della sorella la rendesse una straniera in un mondo in cui tutti parlano un'altra lingua. In altre parole Takahashi fa capire a mari che il suo dolore per la ragazza cinese è una proiezione del suo dolore per la sorella, che non riesce ad esprimere.
E' questo contatto con il mondo violento del love hotel che permette a Mari di trovare il modo di parlare della sua sofferenza e anche di trovarne una possibile soluzione. In un gioco di triangolazioni e identificazioni, Mari può prendere contatto con i suoi sentimenti riguardo la sorella Eri, centro muto e immobile del romanzo, enigma e sfinge della storia. La bellissima Eri, tanto bella quanto fragile, dorme nel proprio letto di un sonno innaturale, frutto di una scelta, del rifiuto del mondo con le sue sofferenze. Non si sveglia se non per mangiare qualcosa, ma da mesi nessuno dei suoi familiari l'ha vista sveglia. Per questo Mari è sfuggita quella notte, perchè sente di non poter più sopportare di dormire nella propria casa accanto alla sorella che vegeta in uno stato di assenza di vita. Il giovane Takahashi le parla a lungo della sorella e le dà un'indicazione precisa per aiutarla, mentre Mari gli racconto del suo distacco dalla bellissima Eri, della loro mancanza di comunicazione e per contrasto del suo dolore per la giovane prostituta , Takahashi le consiglia di immaginare la sorella sofferente come la ragazza cinese, come se la sofferenza di Eri potesse essere visibile quanto le ferite della prostituta e come se l'impossibilità di parlare della sorella la rendesse una straniera in un mondo in cui tutti parlano un'altra lingua. In altre parole Takahashi fa capire a mari che il suo dolore per la ragazza cinese è una proiezione del suo dolore per la sorella, che non riesce ad esprimere.
Il centro misterioso del romanzo rimane
comunque la bella addormentata, il cui accostamento alla prostituta
rende ancora più inquietante il suo stato, evocando una violenza
maschile alla quale richiama anche l'uomo senza volto che appare
sullo schermo televisivo dal quale sembra Eri sia stata inghiottita.
Il mondo del sonno nel quale eri sembra ad un certo punto soccombere,
è una delle tante versioni dell'altra realtà tipica dei romanzi di
Murakami. In Norvegian Wood si trattava del mondo della morte e della
follia, qui si parla di un mondo del sonno – i protagonisti dei
romanzi di Murakami spesso cercano di entrare in contatto con una
realtà altra nella quale qualcuno si è perduto. Ne Il paese delle
meraviglie e la fine del mondo è il protagonista stesso che vive due
realtà parallele, una delle quali è costruita completamente dalla
sua mente, una sorta di inconscio “realizzato”. Uno degli aspetti
affascinanti dello scrittore giapponese è proprio questo percorso
nelle strade della mente e dei suoi misteri.
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